Quando i suoi danni vengono alla luce, è ormai troppo tardi per le sue vittime.
È il frutto di odio per sé stessi, di risentimento, di senso di inferiorità e mancanza di autostima. L’invidia agisce come un veleno lento e corrosivo, ledendo dall’interno il tessuto vitale di chi ne è il bersaglio. L’invidioso osserva la vita altrui, avendo la convinzione che se l’altro, ha di più in termini materiali o anche spirituali, è perché non lo merita quanto lui, senza far conto che la ricchezza interiore profonda (benessere, felicità, forza morale, capacità intellettuali e spirituali). La persona invidiosa spia di nascosto sparge calunnie e gode della distruzione dell’altro. Perché lo scopo di chi invidia è la distruzione dell’oggetto per cui prova risentimento. L’invidioso può essere ricco, possedere molte cose, avere successo nella vita, ma tutto questo non basterà mai a sedare la sua frustrazione interiore. L’invidia può giungere fino al delitto, sia fisico che psichico. Luca Mombelli
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Innanzitutto, con l’intelligenza artificiale, le persone pensano meno e tendono a fidarsi del risultato fornito dal computer. Quindi si avrebbe una società indottrinata, più pilotabile dalle industrie e da chi detiene il potere.
Poi, ricordo che l’intelligenza artificiale non è altro che un’interrogazione al grosso database (fonte di informazioni variegate), usando il comando IF (in italiano SE: se ottieni questo valore fai A, altrimenti fai B). Quindi si capisce subito quanto sia riduttiva la parola intelligenza. Per paragone il cervello umano non è binario nelle decisioni (o questo o quell’altro) ma lavora, per mezzo di informazioni (vista, olfatto, udito, gusto, tatto, pensiero...) elaborate tutte insieme, da miliardi di neuroni, anche con le intuizioni e l’emotività, cosa che nessuna macchina potrà mai fare. L’unica utilità valida che può avere l’intelligenza artificiale è dare soluzioni per problemi sequenziali step a step, come per esempio le ricette cucina. Luca Mombelli Ammetto che personalmente trovo molto affascinante questo mondo, così variopinto e che crea forti emozioni, come guardare un bel dipinto; ma credo che non sia da meno il mondo del pensiero analitico che ci permette di capire le cause che stanno a monte di quello che succede oppure anche ero curioso nel cercare di scoprire per esempio su che teoria si basava il funzionamento di una presa elettrica: la legge di Coulomb! Acculturarsi e cercare le spiegazioni alle problematiche ci permette di risolverle.
L’attività cerebrale va sempre allenata, sia per non incappare con maggiore probabilità in malattie degenerative del sistema nervoso centrale, sia perché ci permette di avere buon senso. Sin da studente ho sempre odiato l’abuso della calcolatrice da parte dei compagni. Loro si attenevano solo al risultato scritto sul display, senza valutare la correttezza, ma, come spesso succede, in caso di errato inserimento dei valori, il risultato può essere errato e sproporzionato. Il ragionamento profondo aiuta, assieme all’intelligenza emotiva, a capire meglio gli altri e a rispettarli maggiormente, nonché aiutarli. Infatti, per esempio, l’abuso della tecnologia, come il cellulare, è molto dannoso. Infatti, quante nonne si lamentano del fatto che il nipote va a trovarle, ma passa più tempo davanti all’apparecchio che a parlare con loro. Con un sano ragionamento si analizzerebbero le conseguenze negative e con una sana etica si rivalorizzerebbero i legami umani, cosa sempre più difficile in una società individualistica ed egoista come la nostra. Luca Mombelli |
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