Solitudine e disagio giovanili dopo il 1968 sono diventati aspetti talmente attuali che sempre più hanno coinvolto educatori, psicologi, sociologi e filosofi. Per questo ATHENA ha ritenuto importante dedicarvi una conferenza. Educare significa sapersi mettere in discussione come Donna e come Uomo, premessa indispensabile per accedere al ruolo di madre e padre permettendo così al bambino di diventare Adulto nel senso di persona autonoma in grado di assumere il proprio essere soggetto, cioè assumere le proprie responsabilità e disponibile al confronto con l’altro. Pertanto essenziale è non confondere il termine genitore con quello di madre e/o padre, infatti essere una persona adulta non ha nulla a che vedere con il dato anagrafico. Spesso i cosiddetti adulti accusano gli adolescenti di nichilismo senza cercare di capire le ragioni profonde di questa “incomprensibile” rivolta. Quello che ora va di moda definire solitudine e disagio giovanili altro non è che l’incapacità di relazionarsi del supposto adulto rispetto a sé stesso e al mondo giovanile. Se imparassimo ad ascoltare la voce dei nostri giovani si potrebbe ridurre il loro isolamento prendendo coscienza di quanto la fortezza sia tutt’altro che vuota! Di questo e di altro parlerà Umberto GALIMBERTI.
Umberto Galimberti, filosofo, sociologo e docente universitario italiano
Bibliografia
Ha tradotto in italiano le opere di Karl Jaspers e ha dedicato anche alcuni studi a Edmund Husserl e a Martin Heidegger. Ad oggi collabora con il quotidiano “la Repubblica”. Tra le sue opere si ricordano: Heidegger, Jaspers e il tramonto dell’Occidente (1975), Psichiatria e fenomenologia (1977), Il corpo (1983), Dizionario di psicologia (1992), Psiche e tecne. L’uomo nell’età della tecnica (1998), Gli equivoci dell’anima (1999), Orme del sacro (2000), L'ospite inquietante (2007), Il segreto della domanda. Intorno alle cose umane e divine (2008), La morte dell'agire e il primato del fare nell'età della tecnica (2009), I miti del nostro tempo (2009), Cristianesimo (2012), La disposizione dell'amicizia e la possessione dell'amore (2016).
Nella storia dell’umanità le varie forme della diversità umana sono sempre state oggetto di diffidenza, di paura, di emarginazione e, non di rado, di condanna morale. Certe diversità morfologiche hanno prodotto l’ingenua credenza nelle razze, e nella superiorità di una sulle altre; la differenza di sesso è sfociata nella tesi dell’inferiorità della donna e nella sua identificazione con il male; la deformità fisica è stata considerata per secoli una punizione divina per peccati commessi dai genitori, e nei testi letterari il deforme si associa spesso al delitto e al male; la diversità di lingua, di cultura, di religione ha costituito per millenni una barriera tra i popoli e ha dato origine a varie forme di intolleranza. Da dove nasce questa paura del diverso? Le conoscenze scientifiche di oggi ci permettono di capire i meccanismi biologici innati che inducono a diffidare di ciò che è ritenuto “anormale”; ma su questi fondamenti biologici la cultura ha poi costruito nei secoli le fantasie più svariate e deliranti. Occorre arrivare ai tempi nostri perché tanti miti e pregiudizi del passato vengano riconosciuti come errori, e perché la consapevolezza dell’universale condizione umana prevalga sulla condanna delle differenze. È questo il percorso lungo il quale il prof. Zambelloni ci condurrà con la sua conferenza.
Franco Zambelloni, docente di filosofia e saggista
Bibliografia
Ha scritto: Lo specchio vuoto. Libro per giovani in cerca di buone maniere e Il pittore travestito. Undici disegni di Imre Reiner.
Tema da lui affrontato anche in un libro “Libertà di migrare” edito da Einaudi nel 2016, scritto a quattro mani con Valerio Calzolaio, nel quale si fa il punto circa lo stato delle conoscenze sull’evoluzione della nostra specie illustrando le varie grandi migrazioni dalle origini ad oggi. Infatti in questo periodo storico nel quale viviamo - laddove il presente ci occupa più del nostro passato e del nostro futuro - e sembra che i fenomeni migratori siano solo quelli di cui ci parlano i quotidiani, appare utile uno sguardo oggettivo e storico-scientifico per comprendere o ricordare che le popolazioni umane migrano da almeno 2 milioni di anni, per necessità o per scelta: lo hanno fatto prima in Africa, poi ovunque e il risultato è che il quadro delle popolazioni umane si è arricchito: fughe, ondate, convivenze, selezione naturale, sovrapposizione tra flussi successivi, forse conflitti tra diverse specie umane, fino a Homo Sapiens. Il cervello è cresciuto e con esso la flessibilità adattativa e la capacità migratoria. Gli esseri umani sono evoluti anche grazie alle migrazioni: questa è una delle ragioni per cui garantire la libertà di migrare, soprattutto nel momento in cui i cambiamenti climatici, oltre che le emergenze politiche, sociali ed economiche, provocano flussi forzati. Il che significa pure, ovviamente, che va tutelato il diritto di restare nel proprio Paese. I muri, le barriere potranno fermare questi fenomeni epocali, non solo di origine bellica o economica, ma anche climatici?
Telmo Pievani,dal 2005 al 2012 è stato professore associato di Filosofia della Scienza all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Dal 2012 insegna Filosofia delle Scienze Biologiche all'Università di Padova. Grande comunicatore scientifico, fa parte del Comitato Scientifico di BergamoScienza, è stato direttore scientifico del Festival delle Scienze di Roma. Ha curato molte mostre divulgative: ricordiamo la recente mostra al MUDEC di Milano «Homo sapiens: la grande storia della diversità umana» con Luigi Cavalli Sforza e il «Darwin Day».
Bibliografia
Tra le sue numerose pubblicazioni, ricordiamo Il management dell'unicità. Organizzazione, evoluzione, formazione (scritto con Giuseppe Varchetta, Guerini e associati, 1999), Homo sapiens e altre catastrofi. Per un'archeologia della globalizzazione (Booklet Milano, 2002), Introduzione alla filosofia della biologia (Laterza, 2005), Chi ha paura di Darwin? (scritto con Ernesto Capanna e Alberto Redi, Ibis, 2006), Creazione senza Dio (Einaudi, 2006), In difesa di Darwin. Piccolo bestiario dell'antievoluzionismo all'italiana (Bompiani, 2007), Le sante ragioni (scritto con Chiara Castellacci, Chiarelettere, 2007), Nati per credere. Perché il nostro cervello sembra predisposto a fraintendere la teoria di Darwin (scritto con Vittorio Girotto e Giorgio Vallortigara, Codice, 2008), La teoria dell'evoluzione (Il Mulino, 2010), La vita inaspettata. Il fascino di un'evoluzione che non ci aveva previsto (Raffaello Cortina, 2011, per il quale ha ricevuto la menzione speciale della giuria del Premio Scienza e letteratura-Merck Serono), Homo sapiens. Il cammino dell'umanità (De Agostini, 2012), Introduzione a Darwin (Laterza, 2012), La fine del mondo. Guida per apocalittici perplessi (Il Mulino, 2012), Anatomia di una rivoluzione. La logica della scoperta scientifica di Darwin (Mimesis, 2013), Evoluti e abbandonati. Sesso, politica, morale: Darwin spiega proprio tutto? (Einaudi, 2014) e Il maschio è inutile. Un saggio quasi filosofico (scritto con Federico Taddia, Rizzoli, 2014). Per i bambini ha scritto, sempre con Federico Taddia, Perché siamo parenti delle galline? E tante altre domande sull'evoluzione (Editoriale Scienza, 2010). Per Einaudi ha inoltre curato l'edizione italiana di Esplorazioni evolutive di Stuart Kauffman (2005) e quelle di Charles Darwin, L'origine delle specie (2009) e Lettere sulla religione (2013).