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CONFERENZE  SIA  SCIENTIFICHE  CHE UMANISTICHE

L' insostenibile Leggerezza dell' Essere

Date e relatori

DATA
TITOLO
LUOGO
RELATORE
ORARIO
6.3.2025
Essere, Identità, Individuo/Condividuo, Somiglianze, Divenire
Aula Magna, Supsi Mendrisio
Francesco Remotti
20:30​
4.4.2025
Essere o non Essere Umani
Auditorium USI Lugano
Björn Larsson
20:30​
23.5.2025
Paranoia. La follia che fa la storia
Auditorium USI Lugano
Luigi Zoja
20:30
7.10.2025
Le 4 Personalità
Supsi Mendrisio
Joseph Ledoux
20:30​

ESSERE, IDENTITA', INDIVIDUO/CONDIVIDUO, SOMIGLIANZE, DIVENIRE

Obiettivo del nostro tempo può essere una mera coesistenza? L’identità è divisione, dicotomia. Separa ‘noi’ dagli ‘altri’, tagliando alla radice i rapporti di somiglianza. La diversità si trasforma così in alterità, con cui coesistere o (se è minaccia) da eliminare. Ma, prima di ogni divisione, gli ‘altri’ non sono forse simili a ‘noi’? E, dopo ogni divisione, le somiglianze non rispuntano forse con la forza della loro inattesa resilienza? A partire da queste ipotesi, Francesco Remotti si inoltra in una impegnativa ricerca sui fondamenti della convivenza, ritenendo che la somiglianza sia una dimensione prioritaria e irrinunciabile. Dai filosofi dell’antichità a quelli della modernità, da momenti significativi del pensiero scientifico ai modi in cui in altre società sono concepite le persone, ciò che viene fatta emergere è una teoria delle somiglianze, che – prima di ogni divisione – induce a cogliere legami e intrecci non solo tra le cose, ma entro le cose. In questo modo, insieme all’identità, viene meno anche il concetto di individuo. Come già in biologia, al suo posto troviamo il ‘condividuo’, un soggetto che, oltre a condividere con altri somiglianze e differenze, è esso stesso espressione di una vera e propria simbiosi interna, a partire dalla quale dovrebbe risultare più facile pensare alla convivenza con gli altri.
Francesco Remotti, Antropologo, già direttore del Dipartimento di Scienze Antropologiche, Archeologiche e Storico-Territoriali dell'Università di Torino e presidente del Centro di Studi Africani (CSA), ha guidato una missione etnologica italiana in Africa Equatoriale.
Coordinatore nazionale di progetti di ricerca in campo antropologico ed etnografico, è stato professore ordinario di antropologia culturale, ha insegnato anche etnologia dell'Africa ed è stato presidente del corso di laurea in Comunicazione interculturale presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Torino.

Bibliografia

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Libri di Francesco Remotti nel catalogo del Sistema bibliotecario ticinese.
​Entrata libera. ​

ESSERE O NON ESSERE UMANI

Cosa ci rende umani? Cosa distingue Homo sapiens sapiens dagli altri primati? Nel plasmare la nostra esistenza individuale e collettiva, noi esseri umani abbiamo un margine di scelta o siamo pedine sulla scala dell’evoluzione, del tutto subordinati alle leggi fisiche che governano micro e macrocosmi?
In contrasto con le scienze più o meno fataliste – le scienze cognitive, per esempio – che vedono la natura umana come un risultato dell’adattamento evoluzionistico, l’autore sostiene che la specificità dell’essere umano dipende in larga parte da quella grande innovazione che è stata la rappresentazione simbolica, dall’idea cioè che tutto – un suono, un gesto, un oggetto – possa essere usato per rappresentare qualunque altra cosa. È proprio da essa che dipendono le qualità più specificamente umane: l’immaginazione, il linguaggio, la coscienza, il dubbio, un certo grado di libertà, il sentimento del futuro, la comprensione di sé e degli altri, credenze, miti e fedi religiose.
Se la natura dell’uomo non è riducibile deterministicamente alla biologia, alla chimica e alla fisica, come possiamo concepire una scienza nuova, che descriva e spieghi accuratamente cosa vuol dire essere umani? È fattibile? E, se sì, a cosa dovrebbe servire? Potrebbe davvero contribuire a rendere il mondo un posto migliore, più umano, più giusto, più libero per tutti?
Björn Larsson, nato a Jönköping (provincia dello Småland, Svezia) nel 1953, all'età di sette anni rimane orfano del padre, morto durante un naufragio. Segue la madre insegnante ad Aseda, una piccola cittadina della Svezia meridionale, per fare ritorno, dopo quattro anni, a Jönköping. Visita New York, Chicago e Phoenix, e frequenta un rinomato college in Arizona, The Orme School. Tornato in Svezia, abbandona le scienze naturali per la filosofia, la letteratura e le lingue. Al liceo inizia a scrivere poesie e articoli, pubblicati nel giornale locale Jönköpings-posten. Successivamente Larsson trascorre diversi anni a Parigi, vivendo di traduzioni e di lezioni di francese impartite a studenti scandinavi. Nel 1988 conclude il suo dottorato presentando la tesi su Simone de Beauvoir dal titolo La réception des Mandarin, e successivamente si trasferisce a Lund e poi a Copenaghen.

Bibliografia

Il successo letterario internazionale arriva con la pubblicazione de Il cerchio celtico (1992) e di La vera storia del pirata Long John Silver (1995), tradotti in tedesco, italiano e francese. Seguono i romanzi Il porto dei sogni incrociati (1997), L'occhio del male (1999), La saggezza del mare (2001) ed altre opere premiate con vari premi letterari, tra cui il Prix Médicis. Larsson ha avuto particolare successo in Francia, Italia e Germania. Nel 2006 in Bisogno di libertà, il primo libro scritto in francese, abbandona la forma romanzesca per raccontare di sé. Insegna letteratura francese all'Università di Lund, in Svezia. Fa parte della giuria per il premio Nicolas Bouvier e il premio Simone de Beauvoir.
Libri di Björn Larsson nel catalogo del Sistema bibliotecario ticinese.
​Entrata libera. ​

LE  4  PERSONALITA'

Una domanda anima da sempre gli studi di LeDoux: come il senso di identità scaturisce dai neuroni, pur mutando di continuo il mondo circostante e i circuiti neuronali? Gli studi sui pazienti dal cervello diviso, svolti a metà degli anni Settanta, lo avevano indotto a pensare che l’io non fosse un’entità fissa ma una “narrazione” che intessiamo per dare un senso al mondo.
Da allora, ne ha cercato le conferme nel cervello, studiando le emozioni e la memoria. Lo ha fatto anche ricostruendo, in Lunga storia di noi stessi, i quattro miliardi di anni di evoluzione dei viventi,per capire “come eravamo”. E da qui questo libro riparte per spiegare “come siamo” noi umani: un intreccio inestricabile di quattro mondi (biologico, neurobiologico, cognitivo e cosciente) dalla cui continua interazione scaturisce la nostra coscienza, unica tra i viventi per la sua capacità di sperimentare noi stessi come un passato, un presente e un futuro; una capacità in virtù della quale costruiamo una narrazione della nostra vita, “una vita che imita l’arte”, per dirla con Oscar Wilde.
Joseph Ledoux, uno dei più importanti studiosi di neurobiologia, insegna al Center for Neural Science and Psychology della New York University.

Bibliografia

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Libri di Joseph Ledoux nel catalogo del Sistema bibliotecario ticinese.
Traduzione in simultanea da inglese ad italiano.
​Entrata libera. 
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PARANOIA. LA FOLLIA CHE FA LA STORIA

Il paranoico spesso è convincente, addirittura carismatico. In lui il delirio non è direttamente riconoscibile. Incapace di sguardo interiore, parte dalla certezza granitica che ogni male vada attribuito agli altri. La sua logica nascosta procede invertendo le cause, senza smarrire però l'apparenza della ragione. Questa follia «lucida» – così la definivano i vecchi manuali di psichiatria – è uno stile di pensiero privo di dimensione morale, ma con una preoccupante contagiosità sociale. Raggiunge infatti un'intensità esplosiva quando fuoriesce dalla patologia individuale e infetta la massa. Al punto da imprimere il proprio marchio sulla storia, dall'olocausto dei nativi americani alla Grande Guerra ai pogrom, dai mostruosi totalitarismi del Novecento alle recenti guerre preventive delle democrazie mature. Finora mancava uno studio d'insieme sulla paranoia collettiva, rimasta terra di nessuno tra le discipline psichiatriche e quelle storiche. Per primo lo psicoanalista Luigi Zoja ricostruisce la dinamica, la perversità e insieme il fascino, l'assurdità ma anche la potenza del contagio psichico pandemico, in un saggio innovativo che attinge a vastissime competenze pluridisciplinari. Improvvisamente, vediamo con occhi diversi eventi che credevamo di conoscere, e comprendiamo quanto i paranoici di successo, Hitler o Stalin, fossero tali per la loro capacità di risvegliare la paranoia dormiente nell'uomo comune, colui che chiede a gran voce tra la folla la messa a morte di una minoranza subito dopo aver aiutato il figlio a fare i compiti. Orrori del passato? La luce della coscienza, ci ricorda Zoja, non è mai completa né definitiva. La paranoia può ancora affermare, a buon diritto: «La storia sono io».
Luigi Zoja, Psicoanalista di fama mondiale, ha studiato al Carl Gustav Jung Institute di Zurigo. Pratica la professione a New York, dove scrive e insegna psicanalisi. È presidente dell'International Association for Analytical Psychology (IAAP) ed è stato presidente dell'Associazione Internazionale di Psicologia Analitica. Ha vinto due Gradiva Award.

Bibliografia

Tra i suoi ultimi libri: "Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre" (2000), "Storia dell'arroganza" (2003), "Giustizia e Bellezza" (2007), "La morte del prossimo" (Einaudi, 2009), "Paranoia, la follia che fa storia" (Bollati Boringhieri 2011), "In difesa della psicoanalisi" (Einaudi 2013, con S. Argentieri, S. Bolognini e A. Di Ciaccia).
Libri di Luigi Zoja nel catalogo del Sistema bibliotecario ticinese.
​Entrata libera.
Foto
Luca Mombelli
​Via Marcetto 6
​CH - 6883 Novazzano
Foto
+41 79 452 24 27
Foto
[email protected]
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