L'antropocentrismo è costruito sulla presunta superiorità dell'umano sulle altre forme di vita, oltre che su quella di certi umani rispetto ad altri: ma che succede quando scopriamo di essere della stessa sostanza di tutti gli esseri viventi del pianeta? Quando le proprietà che pensavamo ci rendessero speciali, come la vita mentale o la capacità di soffrire, si manifestano anche in ciò che definiamo ingenuamente «non umano», allora l'umanità come sistema chiuso dell'umanesimo classico si dissolve. Molte sono state le soluzioni proposte, a questa domanda, ma ognuna, presa singolarmente, non basta. Il postumano, cosí come declinato qui, contrapposto anche ai primi fallimentari tentativi dell'ultimo decennio dello scorso millennio, è volto a riposizionare l'umanità in uno schema integrato nella Natura, verso un superamento dell'antropocentrismo, e la costruzione di una nuova narrazione per il nostro futuro. L'antropocentrismo è basato su una nostra presunta superiorità rispetto alle altre forme di vita. In realtà siamo della stessa sostanza di tutti gli altri esseri viventi. L'umanità, oggi fragile come non mai, sta per entrare in una nuova e inaspettata èra della sua evoluzione.
Leonardo Caffo, si è laureato in filosofia alla Università degli Studi di Milano e ha conseguito il dottorato in filosofia presso l’ Università degli Studi di Torino dove, sotto la guida di Maurizio Ferraris, ha poi anche lavorato al Laboratorio di Ontologia diretto da Tiziana Andina.
Bibliografia
Fra le sue numerose opere, Fragile Umanità e Vegan. Un manifesto filosofico.
Per i nati nel terzo millennio i robot, umanoidi o meno che siano, sono una realtà da comprendere piuttosto che temere. La conferenza è l’occasione di interrogarsi sul futuro e di chi lo comanderà. Noi? loro? Insieme? Tecnologie elettroniche, aumento delle prestazioni dei computer, meccatronica hanno impresso una formidabile spinta alla ricerca sull’intelligenza artificiale, ma il nesso inscindibile fra corpo e mente degli esseri viventi più evoluti è una sfida immensa. Nell’uomo, corpo e cervello sono profondamente interconnessi e sinergici; nessuno dei due ha un ruolo dominante. Nella macchina intelligente il processo è tuttora rudimentale. I robot seguono le leggi dell’elettricità, gli esseri viventi quelle della biochimica. Ci troveremo di fronte a uno scenario affascinante, in cui alla memoria e all’intelligenza individuale degli umani si contrappongono una memoria e un’intelligenza unica e condivisa per i robot? Saremo in grado di comunicare noi e loro? Chi gestirà l’enorme banca dati e gli algoritmi? Chi deciderà come programmarli? Chi porterà la responsabilità se risulteranno difettosi? Si tratta di questioni aperte a cui abbiamo il dovere di pensare in modo interdisciplinare: filosofia, scienze umane, umanesimo, antropologia. Athena vuole contribuire a questa riflessione.
Roberto Cingolani, Scienziato. Cresciuto a Bari, dove si è laureato in Fisica, dal 2005 è direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit), dove si dedica allo studio della scienza dei materiali e delle nanotecnologie interdisciplinari.
Bibliografia
É autore di numerosissime pubblicazioni apparse su riviste scientifiche e di circa trenta brevetti, e di apprezzate opere di divulgazione scientifica quali Il mondo è piccolo come un'arancia. Una discussione semplice sulle nanotecnologie (2014) e Umani e umanoidi. Vivere con i robot (2015).
Ingresso libero alla conferenza.
Dall'organicismo all'individualismo al singolarismo
Nella prima modernità (secc. XVI-XVII) si assiste – all'interno del pensiero politico-filosofico-giuridico - al passaggio dall'organicismo (concezione secondo la quale la società è come un corpo, un tutto organico che è al di sopra delle parti) all'individualismo (l'idea che l'individuo abbia valore per se stesso e solo dopo venga lo stato). La concezione individualistica ha supportato la nascita dei diritti dell'uomo, ed è stata un cambiamento di tale portata da essere stato definito da Norberto Bobbio una «rivoluzione copernicana». In tempi a noi vicini (seconda metà del sec. XX-sec.XXI) assistiamo al passaggio dall'individualismo alla nascita di quello che chiamo «singolarismo». Una esaltazione non soltanto delle somiglianze che hanno portato alla rivendicazione dell'eguaglianza nel corso dello sviluppo dell' individualismo, ma anche e soprattutto delle specificità individuali: una sorta di messa in scena, detto all'estremo- del singolo in quanto singolo, coi suoi bisogni personali, unici, singolari. Siamo di fronte a una nuova «rivoluzione copernicana»?
Francesca Rigotti, si è laureata in Filosofia all' Università Statale di Milano . Ha conseguito il dottorato in Scienze Sociali all' Istituto Universitario Europeo di Fiesole (Firenze) nel 1984. Trasferitasi a Göttingen (NI, Germania), è stata assistente alla cattedra di Teoria Politica di Walter Euchner dell'Università di Göttingen e ha conseguito la libera docenza (Habilitation) in Scienze politiche nel 1991. Dal 1996 insegna come docente a contratto alla Facoltà di scienze della Comunicazione dell' USI.
Bibliografia
Tra i suoi libri ricordiamo Il filo del pensiero. Tessere, scrivere, pensare (il Mulino 2002, Orthotes 2021), Partorire con il corpo e con la mente (Bollati Boringhieri 2010) e Onestà (Raffaello Cortina 2014). Per Einaudi ha pubblicato De senectute (2018) e L'era del singolo (2021).
Forse avevano davvero ragione i Greci, che in principio era il caos. Molte osservazioni della fisica moderna sembrerebbero confermarlo. Ma cos'è successo nei primi istanti di vita dell'universo? Davvero la scienza del XII secolo fa ritornare d'attualità il racconto di Esiodo, che racchiude l'origine del tutto in un verso splendido e fulminante: "All'inizio e per primo venne a essere il caos"? E oggi l'universo è il sistema organizzato e affidabile che ci appare o è dominato ancora dal disordine? Per rispondere, ogni giorno schiere di uomini e donne esplorano gli angoli più reconditi della materia, usano i grandi telescopi o i potenti acceleratori di particelle per ricostruire in dettaglio i sottili meccanismi attraverso i quali la meraviglia che ci circonda ha acquistato caratteristiche che ci sono così familiari, per cercare di capire quella strana singolarità che ha dato origine all'universo e raccogliere indizi sulla sua fine. Dunque possiamo dirci che gli acceleratori di particelle oggi, come il racconto dei Greci ieri, stanno cercando di rispondere alla più antica tra tutte le domande? E allora si vede come costruire una cosmogonia non sia più affare per specialisti e il mito e la scienza abbiano in fondo la stessa funzione: permettere all'essere umano di trovare il proprio posto nell'universo, "consentire a tutti di fare proprio il grande racconto delle origini che la scienza moderna ci consegna, per capire le nostre radici più profonde e trovarvi spunti con i quali affrontare il futuro".
Guido Tonelli, fisico e divulgatore scientifico, professore ordinario presso l'Università di Pisa. Ha partecipato ed è stato portavoce dell'esperimento il CMS presso il CERN, che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, fra cui il Fundamental Physics Prize, il premio Enrico Fermi e la medaglia d’onore del Presidente della Repubblica. In BUR è disponibile anche La nascita imperfetta delle cose, con il quale ha vinto il premio Galileo per la divulgazione scientifica.Ha anche scritto "Cercare mondi. Esplorazioni avventurose ai confini dell'universo", "La nuova fisica delle particelle e i segreti dell'universo" e "Genesi".
Bibliografia
Ha pubblicato tra l’altro: La nascita imperfetta delle cose (2016) e Cercare mondi. Esplorazioni avventurose ai confini dell'universo (2017); Genesi (2019); Tempo. Il sogno di uccidere Chronos (2021).
I libri degli autori sono prenotabili dal catalogo online del Sistema bibliotecario ticinese. Informazioni sul sito www.sbt.ti.ch.